Lettera per Adrien Prince…”L’incontro”

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Ti guardi allo specchio. Qualche piccola ruga compare nella coda dell’occhio. Qualche filo d’argento nei capelli, sfuggito al severo controllo del parrucchiere di fiducia. Ma sei ancora una splendida donna. Se si facesse eccezione per questi piccoli particolari che forse solo tu sembri notare, ti si potrebbe ancora scambiare per una trentenne in fiore. O quasi, insomma.
Perché dentro, ce ne sono di cicatrici. Piccole e grandi ferite, alcune rimarginate, altre ancora sanguinanti.
Che battaglia senza fine, del resto, la vita!
Sempre in salita, senza mai guardarsi indietro, mai uno scivolone, mai un’esitazione. O almeno all’apparenza: timone fermo puntato verso la rotta, e via a gonfie vele. Anche in pieno uragano, il tuo albero non si è mai spezzato, e alla fine hai resistito. I titoli di studio, la posizione sociale, la carriera, e anche un bel po’ di benessere. Quello che alla fine ti avrebbe ripagato di tanti sacrifici, garantendo forse alla tua bellezza maggiori possibilità di resistere, posticipando indeterminatamente il termine di scadenza di quella cambiale che alla fine, prima o poi arriva. E allora devi fare i conti con lo specchio, ma non è facile.
Ma tu in fondi, per ora, ce l’hai fatta.
Un matrimonio solido, un figlio (pure) a cui dedicare tutto il tuo amore.
Ma c’è qualcosa che dentro di te non è soddisfatto, malgrado tutto.
Io tuo istinto, il tuo essere più vero, quel meraviglioso animale selvaggio che ti urla dentro, libero da ogni condizionamento, pregiudizio o aspettativa, è tornato a tormentarti. Inutile dargli la caccia, nel tentativo di ingabbiarlo.
Lo conosci troppo bene. Più cerchi di incatenarlo, più lui ritorna con maggior forza a ringhiarti dentro, togliendoti il sonno.
E allora non puoi fare altro che lasciarlo libero.
Oltre i confini sicuri del tuo matrimonio. Per scardinare le tue presupposte certezze. E magari ricomporle, come in un puzzle, in un altro ordine.
Per sentire ancora la tua vera te che palpita e vibra.
Perché vuoi strappare ancora un lembo di gioventù, un’eco di un’estate infuocata ora che la prima dolce brezza d’autunno sta iniziando a indorarti le foglie.
O forse, chi lo sa, è proprio sul fare dell’autunno o nel cuore dell’inverno che esplodono i roghi migliori.
Del resto da ragazza anche tu, qualche volta, a tua volta, sei stata il fuoco che ha incendiato gli autunni dorati di alcuni tuoi amanti.
Per cui ora il cerchio si chiude, è nell’ordine delle cose.
Così lo chiami. Vi parlate, vi corteggiate. Poi alla fine, lui arriva. Ti fa sognare. Qualcosa che non provavi da tempo. Come se volassi a ritroso negli anni, quando per piacere realmente a uno così avresti dovuto avere la metà degli anni, o una buona fetta in meno.
Ma lui ti prende per mano, senza finzioni
L’emozione dell’attesa. L’immaginazione che si fa strada sempre più prepotentemente. E poi alla fine quell’ondata calda.
Solo che non è come pensi.
Ma molto di più.
Cercavi un amante. Ma hai trovato qualcuno che ti ha ascoltata, e persino capita. Insieme avete scherzato e riso e ricordato le canzoni che ascoltavi, e per una serata hai pure avuto non solo l’illusione, ma la certezza di ritrovare allo
specchio la tua te di prima , quella ragazza esuberante e piena di vita che poche volte ti sei data il permesso di fare esprimere pienamente.
… Poi se ne è andato, sfumando come la scia del vapore di una nave all’orizzonte.
Passano i giorni, e alla fine scopri che invece la sua, di scia, non è svanita per dissolversi nel nulla. Perché dentro di te ora senti maggior serenità ed equilibrio, non più nostalgia, non desiderio avido di rimpianto o lacrime per un amore mai nato. Solo una semplice e sincera serenità .
Come se fosse un dono che solo persone speciali si portano dietro. E che a volte decidono di regalare agli altri.

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